Università di Roma Sapienza
Direttore Unità Operativa di Terapia del dolore
Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea - Roma
Dolore discogenico (Lombalgia)
Esistono casi in cui una lombalgia invalidante, irradiata o meno agli arti inferiori, non trova un adeguato corrispettivo RMN che non siano diffusi segni di discopatia degenerativa.In questi casi, è ipotizzabile che la presenza di fissurazioni dell ‘ anulus, reperto comune nella discopatia degenerativa, sia essa stessa la fonte della sensazione dolorosa.Il concetto di dolore discogenico è supportato da vari studi dimostranti la presenza di terminazioni nervose nocicettive a livello delle fibre esterne dell’ anulus.
Tecniche
Su questi presupposti si fonda il valore diagnostico della cosiddetta discografia provocativa. L’ esame prevede, con metodiche variabili, la puntura del disco intervertebrale sotto controllo fluoroscopico; una volta raggiunto il nucleo polposo, l ’ iniezione di mezzo di contrasto non ionico fornisce due tipi di informazione: a) l’ opacificazione del nucleo stesso e di eventuali fissurazioni dell’ anulus b) la comparsa di dolore: l’ evidenza discografica di fissurazioni anulari e la fedele sovrapposizione tra il dolore evocato e quello abitualmente riferito dal paziente, configurano un quadro noto come internal disc disruption virtualmente diagnostico di dolore discogenico. Sebbene l’ introduzione della discografia risalga al 1948 i dubbi sollevati riguardo la sua specificità ne hanno limitato per lungo tempo l’ utilizzo. A partire dagli anni ’80, il ruolo della discografia è stato ampiamente rivalutato per accuratezza e specificità.
In conclusione, la diagnosi di dolore discogenico necessita che la RMN escluda la presenza di ulteriore patologia degenerativa e che la discografia identifichi con certezza il disco responsabile.