Università di Roma Sapienza
Direttore Unità Operativa di Terapia del dolore
Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea - Roma
La nevralgia del trigemino
La nevralgia classica del trigemino è dovuta a un contatto, non tollerato, tra il nervo trigemino e un'arteria. Questo contatto è molto frequente, anche nei soggetti sani, ma in genere non dà sintomi. In alcuni soggetti, il contatto non è tollerato e per questo viene definito "conflitto neurovascolare".
La nevralgia è una sindrome dolorosa invalidante. Comporta attacchi di dolore improvviso su una metà del volto, scatenati da stimoli banali come mangiare, parlare, toccarsi il viso. Nel tentativo di non provocare dolore, queste persone finiscono spesso per non alimentarsi, non parlare, non lavarsi i denti. Effettuiamo questo intervento correntemente, con tecnica di termorizotomia mediante radiofrequenza.
Tale tecnica ha dimostrato la sua efficacia in diversi Studi ed è una delle tecniche, nella Terapia del dolore, insieme alla cordotomia e alla alcolizzazione splancnica, con successo terapeutico intorno al 90-95% dei casi con totale risoluzione del dolore. Ha l'importante vantaggio di poter essere effettuata in Day Hospital con il paziente sedato.
La termorizotomia del trigemino
La Termorizotomia trigeminale è l’interruzione ottenuta col calore (prodotto dalla corrente a radiofrequenza) di quella parte del nervo trigemino che è responsabile del dolore.
La Termorizotomia trigeminale è indicata quando alla visita è emerso che il paziente è affetto da una nevralgia del trigemino (o altra patologia) non adeguatamente controllata dalla terapia farmacologica che non basta a dominare il dolore, non è tollerata (per effetti collaterali) o non è gestibile (per insufficiente compliance del paziente). In queste situazioni la procedura è indicata se non vi sono gli estremi per un intervento che elimini la causa della malattia o per la decompressione microvascolare (perché la risonanza magnetica nucleare non ha dimostrato il conflitto neurovascolare o l’operazione sarebbe troppo rischiosa o il paziente, informato dei pro e dei contro, la rifiuta) ed è comunque preferita dal paziente rispetto ad altre procedure terapeutiche che gli sono state prospettate spiegate.
Attualmente la nostra percentuale di successo è del 90% dei pazienti trattati, con possibilità di recidiva, entro 5 anni, maggiore per coloro che soffrono di sclerosi multipla o di precedenti trattamenti.